Coronavirus, com’è cambiata la raccolta differenziata in tempi di lockdown
ASCOLI – La raccolta differenziata è proseguita anche durante tutto il periodo di lockdown. Un servizio essenziale che non può mai interrompersi.
Ci sono norme molto rigorose nei confronti dei rifiuti provenienti da abitazioni di soggetti positivi al tampone o posti in isolamento: tutto quello che arriva da persone contagiate é destinato al trattamento termico senza altre procedure. Nel caso in cui non si possa fare il trattamento termico, i sacchi vanno in discarica senza altre operazioni.
” Il Comune ci ha fornito l’elenco delle persone infette o sospette positive. Utilizziamo stringenti procedure per evitare un possibile contagio dei nostri dipendenti” spiega Francesco De Angelis di Ecoinnova “Nello specifico utilizziamo sacchi neri molto più robusti dove è conferito tutto il materiale, senza distinzione , e sigillati con un nastro Il nostro personale è regolarmente fornito di tutti i Dpi: mascherine, guanti e tute come da prescrizione» spiega De Angelis “Tutto è trasportato a San Benedetto e poi bruciato a Rimini. Fino a questo punto non abbiamo avuto problemi: i nostri operatori sono ampiamente formati e non ci sono rischi” spiega De Angelis.
“Indicativamente ci sono stati 150 soggetti a rischio, anche se non c’è stato un conferimento quotidiano dei rifiuti da parte loro” prosegue il rappresentante di Ecoinnova, “Anche l’Ecocentro di Via Monini è rimasto chiuso. La sua riapertura avverrà solo per il conferimento di potature e sfalci e solamente con prenotazione” aggiunge De Angelis, ” Gli accessi saranno contingentati e si potrà conferire una quantità pari a 100 chili di materiale”.
“Il quantitativo di differenziata totale non si è discostato dai periodi precedenti alla quarantena: a fronte della chiusura di bar e ristoranti, si è molto cucinato nelle abitazioni private: quello che raccoglievamo in grandi quantità dai locali cittadini, lo abbiamo raccolto dalle abitazioni private” prosegue De Angelis “Abbiamo solo notato una diminuzione del conferimento nella zona industriale, perché, con le fabbriche quasi tutte chiuse, è sceso anche il numero di rifiuti prodotti in quella zona, ma nelle altre zone cittadine nulla è cambiato, il consumismo non è morto
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