Consiglio comunale: partecipate nell’occhio del ciclone
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nell’assise del consiglio comunale si discute della delibera in merito al processo di razionalizzazione periodica delle società partecipate dal Comune che deve essere approvata entro il 31 dicembre di ogni anno.
Le partecipate del comune. Per il CAAP si è votato per la possibilità di vendita delle quote in ottica di rilancio senza riconoscere il controllo pubblico. Sulla Picenambiente spa, la delibera rammenta il recente pronunciamento del Tar che ha annullato la delibera del Consiglio comunale di un anno fa con cui il Comune asseriva che la PicenAmbiente spa non è solo una società “a partecipazione pubblica” ma anche “a controllo pubblico”. C’è poi l’Azienda Multi Servizi, totalmente di proprietà del comune, Ciip. E la Start che, dopo quattro anni di esercizio negativi, è tornata in utile per oltre 350mila euro nel 2017 e anche nel 2018.
La temperatura della minoranza. “Servizi spostati non si sa per quali motivi, minacce velate ai dirigenti” spiega il consigliere di minoranza Marco Curzi. E aggiunge un monito “Salvaguardia delle professionalità e dei dirigenti” riferendosi al caso De Berardinis. La consigliera Flavia Mandrelli accusa la maggioranza di “non lasciare la minoranza fare il proprio lavoro”.
Guerra in aula. Mentre Domenico Pellei rivendica “la necessità di acquisire conoscenza della burocrazia e delle norme, e di sviluppare un conseguente indirizzo politico”. Tonino Capriotti ammonisce la maggioranza: “Un conto sono le società a partecipazione pubblica, un conto quelle a controllo pubblico”.
E arriva al punto: “la Picenambiente è una partecipata del comune o una società sottoponibile al controllo pubblico?”. “Accuse ai dirigenti, omissioni, emendamenti” punta il dito Rosaria Falco per una delibera che “non specifica se farete ricorso o meno” . E poi, ancora Falco, “occorre dare un indirizzo politico alle partecipate pubbliche, che vanno ognuna per conto suo. Questo marasma non è colpa dei dirigenti ma da voi che avete fatto la riorganizzazione con il deretano”.
Il nodo della Picenambiente. L’amministrazione ricorre al pronunciamento del TAR al Consiglio di Stato o no? Si chiedono a gran voce i consiglieri di minoranza. Ma la risposta non arriva, o meglio è scontato il no.”Quale migliore occasione che questa delibera per riaffermare l’indirizzo politico? I soci pubblici gestiscono la società, la controllano già. Ma voi siete dei vigliacchi quindi non volete farlo emergere” accusa De Vecchis. “Se questa è una società privata, dopo i milioni investiti dal pubblico?!”.
La maggioranza. Prima del voto Pierfrancesco Troli sottolinea “nessun ricorso è ammissibile” e gli fa eco il sindaco Pasqualino Piunti: “ Di fronte a situazioni di isteria politica noi abbiamo sanato la situazione del CAAP. In linea con il parteniariato tra più enti. Noi riteniamo di essere un’amministrazione seria che il controllo pubblico lo esercita, a prescindere, e lo esercita attraverso gli uffici, che perciò vanno riorganizzati”. E ancora “netta separazione tra indirizzo politico e uffici; noi dobbiamo concentrarci a fornire i servizi al meglio ai cittadini”.
Il voto. La delibera di razionalizzazione delle partecipate viene approvata. Ma il punto cruciale del consiglio, ovvero il ricorso al Consiglio di Stato, rimane insoluto: nessuna risposta alle domande della minoranza e silenzio stampa sul futuro di Picenambiente.
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