Rinnovato il protocollo 0-6 d’interambito dei comuni dell’Ats23
Confindustria sullo sciopero alla Pfizer: “Non ne capiamo le ragioni”
ASCOLI PICENO – Confindustria Centro Adriatico interviene a seguito delle dichiarazioni rese dalle OO.SS.LL. in merito allo sciopero proclamato contro l’istituzione dei turni 3×6 presso la Pfizer.
“Ci preme sottolineare, in primo luogo, che l’orario di lavoro predisposto dall’azienda è un orario già contemplato come normale, e come tale regolamentato dal contratto collettivo nazionale di lavoro per l’industria chimica farmaceutica – condiviso a livello nazionale dalle stesse OO.SS.LL. – in base alla considerazione che “le esigenze di produttività e di competitività delle imprese richiedono anche un continuo ricorso a prestazioni lavorative legate a regimi di orario che realizzino il pieno utilizzo degli impianti e rispondano alle reali variabilità dei mercati, cogliendone tutte le opportunità”.
A fronte di esigenze quindi perfettamente coincidenti con le disposizioni del CCNL, si sono svolti con le rappresentanze sindacali aziendali e provinciali presso la sede di Confindustria in Ascoli Piceno almeno quattro incontri formali, durante i quali sono state approfondite e discusse sia le necessità produttive ed organizzative sottese alla modifica dell’orario di lavoro, sia le modalità gestionali connesse alla nuova articolazione degli orari; stupisce pertanto che le stesse parti sindacali presenti al tavolo abbiano motivato la protesta in base a una “scelta unilaterale senza un confronto”. Ma queste premesse tecnico-sindacali appaiono irrilevanti rispetto all’atteggiamento delle OO.SS.LL. di assoluta irresponsabilità di fronte alla situazione economico produttiva di un territorio, come quello piceno, così a rischio di deindustrializzazione da “meritare” il riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa, riconoscimento al quale le stesse organizzazioni sindacali si vantano di aver contribuito” dice la nota.
“Riteniamo la protesta messa in atto presso la Pfizer una grave manifestazione di incoerenza, anzi un vero e proprio tradimento nei confronti di tutto il sistema economico locale: l’esperienza dell’abbandono del territorio da parte di diverse multinazionali evidentemente non ha insegnato nulla e ci si permette di contrastare scelte aziendali che vanno nel verso dello sviluppo e della competitività del sito, e che danno un segnale forte alle speranze di rinascita industriale e sociale del territorio (non dimentichiamoci le assunzioni, effettuate e programmate, dall’azienda), sulla base di “malumori e disagi”, scomodando e mistificando anche concetti, come quello di stress lavoro correlato, che hanno un diverso e ben più preciso significato, tra l’altro oggetto, per legge, di specifica valutazione in ambito di sicurezza aziendale. Malumori e disagi che, si badi bene, sarebbero rientrati (a detta delle OO.SS.LL.), a fronte di “aggiustamenti marginali a costo zero”, come ad esempio il riconoscimento di 8 giorni l’anno di permessi retribuiti in più per ciascun lavoratore! E’ la solita storia che ha accompagnato la parabola delle multinazionali nel nostro territorio: la considerazione che siano una “vacca da mungere”. Ma la parabola ha avuto, come sappiamo, una caduta libera, e se, bontà sua, la Pfizer ha potuto ancora permettersi lo scorso anno di firmare un accordo sul premio di partecipazione che vale mediamente 1.700 euro a dipendente, non bisogna dimenticare che gli equilibri economici che consentono di mantenere sul territorio imprese ed investimenti sono mutevoli, e che iniziative come quella in atto in azienda rischiano di destabilizzarli irrimediabilmente.Perciò, che uno sciopero come questo abbia come tematica “la salvaguardia dello stabilimento in termini di obiettivi produttivi”, come si legge nel comunicato delle OO.SS.LL., francamente fa un pò ridere; un riso amaro purtroppo – conclude Simone Mariani, Presidente di Confindustria Centro Adriatico – perchè in fondo si palesa ancora una volta la triste verità che è tutta racchiusa nel declino industriale di questa città.
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