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Confindustria, Mariani replica alla Cgil: “Da loro parole assurde. Non si vive di ideologie”
ASCOLI- Il presidente di Confindustria Centro Adriatico replica alla Cgil sulla questione della responsabilità aziendale in caso di contagio da Covid all’interno delle imprese.
“Il tema del rapporto tra responsabilità delle imprese e contagio non è certo una mia invenzione, essendo una criticità da tempo rappresentata da Confindustria nazionale al Governo.Spero che aver tacciato il mio intervento come un “voler mettere le mani avanti” sia frutto dell’opinione di persone ignoranti le nostre realtà industriali, piuttosto che di una malcelata posizione dell’organizzazione sindacale a cui fanno capo” dice Mariani.
“L’applicazione delle misure del protocollo costituisce un costo per le aziende, che si aggiunge alle problematiche non solo produttive: crollo dei consumi, perdita dei mercati, crisi di liquidità, ripresa inesistente e bassi livelli di produttività, ma è pura illazione e propaganda denigratoria sostenere che le aziende vogliano “socializzare” il rischio da contagio.Come è del tutto fuori luogo tirare in ballo i dati su infortuni e morti sul lavoro, che nulla hanno a che vedere con la situazione di emergenza contingente, a meno che il richiamo non faccia ancora parte di un gratuito intento denigratorio” aggiunge
“Nessuno più delle aziende tiene alla salute dei propri lavoratori. Questi signori non hanno capito che i problemi che il nostro Paese ha di fronte hanno bisogno di un approfondimento serio che non può essere fatto con le ideologie ed i proclami; non si tratta di salvare gli imprenditori, ma di garantire la sopravvivenza delle imprese per garantire la sopravvivenza del nostro sistema economico. E’ vergognoso che certe considerazioni provengano da rappresentanti di una organizzazione sindacale, che dovrebbe avere a cuore il destino di lavoratori ed imprese. Il mio invito è di recedere da esternazioni e comportamenti ideologici, che francamente rispetto alla tragicità dell’emergenza trovo gravi ed irresponsabili.Trovo scandaloso che ancora oggi qualcuno all’interno di una organizzazione sindacale possa avere posizioni come quelle pubblicamente rappresentate” conclude
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