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Con la siccità diminuisce la quantità di latte prodotto e i pascoli sono magri
Preoccupazione tra gli allevatori del Piceno a causa degli effetti negativi dei fenomeni climatici sui pascoli montani. Si tratta di aree utilizzate in questo periodo da numerosi allevatori che, con la transumanza, sono soliti portare gli animali ai pascoli montani. Tali pascoli, fanno sapere dalla Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata risultano compromessi dal perdurare dei fenomeni siccitosi che già dalla scorsa estate stanno colpendo il territorio. Infatti, la persistenza di pascoli magri sta mettendo in seria difficoltà gli allevatori, la cui transumanza li porta a condurre gli animali in aree che non hanno la capacità di sostenere la loro necessità alimentare.
Vito Ricciotti allevatore e associato alla Cia di Ascoli afferma: «Per accedere ai Fondi regionali ci troviamo ad affrontare una serie di “vincoli” provenienti da regolamenti europei che recepiti dalle Regioni portano a bandi complessi, burocratici, di scarsa attuazione sul territorio. Per esempio, il tempo di permanenza in montagna e il carico di animali da adottare, non tiene conto dello stato vegetativo della montagna o dalle condizioni climatiche del nostro territorio. Una serie di prescrizioni che vanno a in senso contrario alle esigenze produttive degli allevatori. Vincoli che non raggiungono neanche gli obiettivi ambientali e di sicurezza alimentare che le stesse direttive Ue perseguono. Un problema non di oggi ma un errore primordiale legato ad aver creato regole uguali per tutti i Paesi dell’Unione senza considerare le diversità».
«La siccità dello scorso anno, sommato a quella di quest’anno – aggiunge l’allevatore Ricciotti – ha fatto ridurre di molto la produzione di fieno necessario per i nostri allevamenti; Anche chi aveva qualche scorta di tre anni fa, che gli ha permesso di sopperire alla scarsità della scorsa stagione, si troverà in difficoltà in questa stagione in cui si stima una riduzione di circa il 50 per cento dei foraggi. Situazione aggravata dalla difficoltà di reperire foraggi extra aziendali che hanno un aumento spropositato dei prezzi. Tale situazione determina anche il calo di circa il 25-30 per cento della produzione di latte».
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