Comunali 2021, nasce Libera San Benedetto: «Uniti e liberi dai partiti»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Elezioni comunali 2021, nasce il movimento Libera San Benedetto: il progetto trasversale riunisce figure, quali Fabio Urbinati e Giorgio De Vecchis, considerate politicamente opposte.
L’alleanza, presentatasi nella mattinata di sabato 28 novembre, include esponenti politici di destra ma anche di centrosinistra, dai gruppi consiliari, dai nuclei circoscrizionali e dalle associazioni. Fra i membri di spicco ci sono Stefano Gaetani (San Benedetto in Festa), Bruno Gabrielli (ex Forza Italia, oggi gruppo misto in assise comunale) Giorgio De Vecchis e Andrea Sanguigni (Ripartiamo da Zero), Fabio Urbinati, Tonino Capriotti e Gianluca Pompei (Italia Viva).
«Iniziamo questo nuovo progetto – dice Giorgio De Vecchis – con uno spirito di sussidiarietà alla classe dirigente, sia di destra che di sinistra. Svincolati dai partiti, ci rivolgiamo ai giovani, agli imprenditori, alle associazioni che vogliono lavorare per il bene comune di questa città».
Libera San Benedetto non ha ancora un candidato sindaco. «Il nostro candidato è il progetto» dice Tonino Capriotti e «bisogna ragionare in un’ottica di recupero dei servizi – aggiunge Sanguigni – dal tribunale alle dotazioni del nostro ospedale». L’unica certezza è che tutti nessuno, da Urbinati a Gaetani a De Vecchis e Gabrielli, intende proporsi come nuovo primo cittadino della Riviera.
Da notare che, comunque, tutti gli esponenti di Libera San Benedetto sono oppositori del sindaco Pasqualino Piunti: «Non siamo legati dalla lotta ad un uomo o un partito – spiega Gabrielli – ma vogliamo che la città non sia più governata dai soliti schemi di partito».
La destra, va detto, potrebbe plausibilmente candidare Andrea Traini anziché Piunti. L’assessore al bilancio, dal canto suo, dichiara di non avere in programma di candidarsi. Libera San Benedetto intende scegliere il soggetto che meglio rappresenti il proprio progetto, ma il nome dell’assessore non viene scartato a priori: «Se Traini dovesse candidarsi – conclude Gabrielli – vorrebbe dire che il centrodestra ha riconosciuto il fallimento dei vecchi schemi che noi rigettiamo».
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