Nei primi sei mesi dell’anno, i più duri a causa della diffusione pandemica del coronavirus, sono 40 i negozi con sede fissa che hanno ceduto alla tempesta, versus 26 nuove aperture, più altre sei se, oltre alle attività al dettaglio, si allarga il cerchio anche a quelle all’ingrosso. Per quanto riguarda le strutture ricettive, 2 sono le chiusure a fronte di 34 aperture. Per la somministrazione di alimenti e bevande sono 18 le chiusure e 32 le nuove leve. Nei servizi alla persona i dati si bilanciano, con 10 chiusure e 12 nuove attività.

Analisi alla mano, Olivieri sottolinea come l’amministrazione Piunti metterà in campo tutti gli strumenti per affiancare e dare forza agli imprenditori che si trovano ad affrontare un’eclissi che gli storici hanno paragonato a quella americana del ‘32.

«I nostri uomini e le nostre donne del commercio cittadino hanno saputo reinventarsi con il digitale, che fino a qualche anno fa era del tutto marginale nel nostro contesto economico» spiega Chiodi. Digitale che mai come ora ha fornito un’alternativa per la sopravvivenza.

E aggiunge: «Direi che è la migliore risposta possibile alla nostra minoranza consiliare, che ci accusa di essere fermi. Questa  amministrazione non è mai stata ferma ed è venuta incontro alle esigenze del nostro tessuto socio-economico».

Tra i settori poi colpiti sicuramente il commercio al dettaglio, la somministrazione di bevande e alimenti e i servizi alla persona. Conclude Olivieri: «Questa analisi ci permetterà di sostenere i nostri imprenditori nel presente ma soprattutto in futuro. La crisi non finisce oggi, è bene conoscerla per affrontarla».