Coldiretti Marche, campi assediati da cinghiali: agricoltori in rivolta
ANCONA – Fauna selvatica fuori controllo con i campi assediati da decine di migliaia di cinghiali che distruggono ettari di colture, mentre le greggi sono sempre più frequentemente preda dei lupi. Una vera e propria emergenza alla quale la politica regionale, nonostante appelli e contributi di idee per trovare soluzioni, non ha ancora messo mano in uno scarico di responsabilità e far west di competenze che crea disparità tra territorio e territorio anche per i soli rimborsi, rigorosamente in ritardo almeno di quattro anni, alle attività danneggiate.
Per questo Coldiretti Marche ha deciso di chiamare il comparto alla mobilitazione generale. Gli agricoltori e gli allevatori delle Marche sono esasperati. Sono passati quasi due anni dal luglio 2016 da quando in oltre 2000 arrivarono con trattori e bandiere della Coldiretti sotto Palazzo Raffaello, sede della giunta regionale delle Marche, per protestare contro i ritardi nel pagamento dei rimborsi per i danni causati dalle incursioni degli animali selvatici. Da allora nulla è cambiato. Nonostante l’impegno quotidiano dell’associazione per fornire contributi di idee alla risoluzione dei problemi. Cinghiali che distruggono campi coltivati, lupi o cani inselvatichiti che attaccano e uccidono greggi, corvi e storni che si accaniscono contro i frutteti. Tutto fermo.
Coldiretti Marche segue questa vicenda da anni. Nel tempo sono stati presentati, attraverso un tavolo di lavoro al quale hanno partecipato anche altri attori, osservazioni per un regolamento unico per gli otto Atc marchigiani oltre a un piano per il controllo numerico dei selvatici per gestire la fauna oltre i periodi regolari di caccia. Proprio per porre un freno all’invasione Coldiretti aveva presentato alla Regione nel luglio 2015 anche un documento che facesse da base per una vera e propria legge. Il proliferare indisturbato degli animali rischia di compromettere non solo le attività economiche legate al territorio e lo stesso equilibrio dell’ecosistema portando a squilibri innaturali e difficilmente sanabili, ma anche l’incolumità delle persone visti i continui incidenti stradali che si verificano nel territorio marchigiano. Intanto il “mercato” dei cinghiali diventa sempre più appetibile, e anche questa è una delle ragioni per l’evidente incapacità di procedere a una riduzione del numero degli animali, mentre si assiste al proliferare della commercializzazione di carne in nero, priva di qualsiasi garanzia di carattere sanitario. «Responsabilmente – commenta il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante – abbiamo sempre fatto proposte alla Regione Marche che per noi deve essere interlocutore unico di questo tematiche ma nonostante i tavoli e gli incontri i problemi sono ancora lì a minare la quotidianità degli agricoltori e degli allevatori marchigiani. Torniamo a mobilitarci perché ancora non abbiamo visto atti concreti e progettualità per il futuro per mettere sotto controllo questo fenomeno. Abbiamo chiesto un incontro al presidente Ceriscioli per ricevere finalmente atti concreti entro tempi certi. Nel frattempo la mobilitazione continua».
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