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Cna: “108 milioni il giro della contraffazione del settore tessile”
ASCOLI – E’ di oltre 108 milioni di Euro ogni anno, secondo i dati elaborati dalla Cna di Ascoli, il giro d’affari nel Piceno della contraffazione nel settore tessile, dell’abbigliamento e degli accessori per la moda.
“E’ come – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – se ogni anno, ogni abitante della nostra provincia, si trovasse circa cinquecento Euro procapite sottratti, alle imprese regolari, alla contribuzione fiscale e all’occupazione vera e non in nero. Filiera, tracciabilità e concreto riconoscimento del Made in Italy sono per questo una battaglia prioritaria della Cna, sia a livello nazionale che locale”.
Da qui la proposta che lancia la Cna per bocca della vice presidente nazionale e presidente regionale di Cna Federmoda, Doriana Marini. “Una nuova e più puntuale forma di tracciabilità della filiera produttiva – precisa la presidente Marini, titolare di un’impresa del settore che opera a San Benedetto – come garanzia per i contoterzisti che lavorano per i grandi marchi. Le nostre micro e piccole imprese del Piceno contribuiscono al successo di un Made in Italy, apprezzato in tutto il mondo. Un aiuto concreto per la crescita e la sopravvivenza di queste eccellenze sarebbe proprio la tracciabilità”.
La proposta Cna, condivisa a livello di sistema del settore della moda artigiana, sarà portata avanti sia a livello nazionale che comunitario. “Legalità, lavoro tutelato e produzioni ecosostenibili – precisa Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – sono la chiave di sviluppo e come Cna ci battiamo da sempre per questo”.
Un nuovo percorso di crescita per le imprese del territorio. Come sottolinea Irene Cicchiello, responsabile di Cna Federmoda: “Ad Ascoli con l’Ipsia Sacconi portiamo avanti da anni un percorso che mira a mettere sempre più a contatto il mondo della produzione e delle aziende con quello della formazione”.
“Questo nuovo concetto di marchio – conclude Doriana Marini – ha l’obiettivo di diventare un vero e proprio rating di valori. Una sorta di premialità che va ad accomunare i brand più famosi a tutta la filiera che contribuisce all’eccellenza del prodotto finito.”
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