Chiusura della Beko di Comunanza, le reazioni della politica

Si temevano cattive notizie dall’incontro al Mimit.

E la doccia fredda è arrivata: Beko Europe, l’ex Whirpool diventata di proprietà della multinazionale turca Arcelik appena lo scorso aprile, ridimensiona la sua presenza in Italia dichiarando 1.935 esuberi su 4.440 occupati e chiudendo la fabbrica di congelatori a Siena e lo stabilimento di lavatrici di Comunanza. Nello specifico, il piano di Beko, spiegano i sindacati, prevede le chiusure entro fine 2025 di Siena e Comunanza, “con la progressiva cessazione delle produzioni. A Cassinetta il piano prevede solo 3 linee produttive sulle attuali 5 di frigoriferi con 541 esuberi. A Melano gli esuberi sarebbero 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 sono nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali”. Il tavolo al Mimit, dopo la sospensione chiesta oggi dai sindacati, è stato riaggiornato al 10 dicembre.

“La chiusura dello stabilimento di Beko Europe a Comunanza va assolutamente scongiurata perché determinerebbe un grave danno per tutto quel territorio che, con grande volontà, sta cercando di risollevarsi dopo le conseguenze del sisma del 2016. Ringrazio il Governo, e in particolare il sottosegretario Bergamotto, per l’attenzione e la prontezza dimostrata attraverso risposta nella quale viene sottolineata la contrarietà rispetto al Piano presentato da BEKO Europe e l’intenzione di far rispettare la golden power. A Comunanza e in tutto il cratere sisma stiamo realizzando un’azione strutturale di rilancio e sviluppo economico che non può essere minata da azioni come quella comunicata oggi. Il lavoro, nei nostri territori, è vitale per contrastare il fenomeno dello spopolamento e sono certo che verranno compiute tutte le azioni necessarie per tutelare i dipendenti e l’indotto”. Lo dichiara il Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli.

La chiusura dello stabilimento Beko a Comunanza rappresenta un durissimo colpo per la nostra regione, e in particolare per le aree interne che continuano a pagare il prezzo di scelte industriali irresponsabili e di una politica economica miope.” Così Anna Casini, capogruppo PD Marche. “Comunanza non è solo un polo produttivo, ma anche una comunità che negli ultimi anni ha affrontato con coraggio le conseguenze del terremoto” afferma “dimostrando una resilienza straordinaria. L’abbandono da parte di Beko sarebbe un tradimento per questo territorio e un’ulteriore ferita per le Marche.” “Chiedo con forza alla Giunta regionale e al Governo nazionale” prosegue Casini “di intervenire immediatamente per scongiurare la chiusura e salvaguardare i posti di lavoro. Non possiamo accettare che multinazionali approfittino del nostro territorio per poi abbandonarlo senza alcuna responsabilità sociale. Le istituzioni non possono rimanere a guardare. Avevamo già presentato un’interrogazione in consiglio regionale, ma viste le evoluzioni di queste ore, seguiranno altre azioni.”

“Il Governo ha espresso oggi il proprio più fermo dissenso nei confronti del piano industriale presentato da Beko Europe. La decisione di chiudere stabilimenti italiani, tra cui quello di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, è inaccettabile”. Così il sottosegretario all’Economia e Finanze e deputato marchigiano di Fratelli d’Italia Lucia Albano.

“L’esecutivo – continua – è determinato a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, compresa la golden power, per proteggere i lavoratori e le attività produttive della Nazione, una posizione sostenuta anche dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. L’azienda deve riconsiderare le proprie decisioni. L’obiettivo del Governo è tutelare l’occupazione e garantire la continuità produttiva degli stabilimenti, in particolare nelle aree interne e in un territorio ferito dal sisma”, conclude.

“Il PD Piceno chiede  con forza al Governo e alla Regione Marche di attivarsi immediatamente per trovare soluzioni concrete e durature. Non possiamo permettere che una multinazionale abbandoni questo territorio senza un piano per la riconversione industriale e la tutela dei lavoratori, né ci si può permettere un’azione del governo così debole” sostiene il segretario provinciale Francesco Ameli. “Come partito saremo al fianco delle istituzioni che sceglieranno di difendere il Piceno. Difendere Comunanza significa difendere l’intera provincia, le nostre montagne e un modello di sviluppo che non lascia indietro nessuno, a partire dai territori più fragili”.

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