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Caso polveri, Falco: «Cittadini esasperati, ma non per Dimensione Scavi»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Caso polveri di Via Val Tiberina, Rosaria Falco replica alle parole di Maurizio Ameli: «I cittadini sono esasperati, ma non per la Dimensione Scavi. Le autorità vigilino».
«La sottoscritta – scrive la consigliera del gruppo misto – non ha aderito ad alcun gruppo consiliare di sinistra, è semplicemente uscita dalla maggioranza ed entrata nel gruppo misto, il signore è molto poco informato.
La sottoscritta è stata contattata da cittadini esasperati svariate volte, non è tenuta a fare nomi e cognomi a chicchessia, tranne che alle autorità competenti, e si è fermata nel punto visibile nel corso dell’intervista contestata, scegliendo a caso la posizione, avendo parcheggiato nello spiazzo antistante, mentre mi dicono che il cantiere inquadrato sullo sfondo sia della ditta San Francesco scavi, che oltretutto non si occupa di macerie ma di sabbia, dunque non ha nulla a che vedere con la questione. Non si comprende, ammettendo l’errore nel posizionarmi per le riprese, per quale motivo il sig. Ameli senta la necessità di tutelare l’immagine della ditta da lui rappresentata e non citata, né coinvolta neanche nelle inquadrature, che oltretutto mi dicono essere attualmente in regola con tutte le prescrizioni: per quale ragione proprio questa ditta si è sentita chiamata in causa?
La sottoscritta non aveva né ha alcuna conoscenza dei nomi e dell’esatta posizione dei rispettivi cantieri delle ditte che lavorano in quella zona al trattamento delle macerie, né è interessata a conoscerli, né li ha nominati, anzi, nelle segnalazioni le è stata indicata altra e diversa ditta che sarebbe situata più ad est rispetto al punto ripreso nell’intervista, e che in quei giorni risultava secondo le segnalazioni non rispettosa delle prescrizioni, come riferito anche all’assessore Traini: il mio scopo era semplicemente sollecitare i soggetti competenti ad effettuare i dovuti controlli sul rispetto delle regole da parte di tutte le ditte ivi operanti.
La sottoscritta ritiene proprio dovere e diritto interloquire su qualsiasi attività pubblica o privata nell’esercizio della quale sorgano problematiche inerenti la vivibilità e salubrità pubbliche in ogni zona della nostra città, nessuna esclusa, senza per questo dover subire intimidazioni o minacce da soggetti mai nominati e a me sconosciuti.
La sottoscritta ha posto inviti, esortazioni e precise domande e richieste all’amministrazione, nell’ambito della quale riveste il ruolo di consigliere comunale di opposizione, chiedendo alla stessa se, considerate le continue segnalazioni e lamentele dei cittadini non solo alla sottoscritta ma anche alle autorità competenti, si ottemperi al dovere di controllo e di vigilanza sul rispetto del regolamento che disciplina l’attività di trattamento delle macerie, a prescindere da qualsiasi (ovvia) autorizzazione preliminare.
La sottoscritta non ha ricevuto alcuna risposta dall’autorità interpellata, ma piuttosto dal rappresentante di una ditta privata, non ripresa nel corso dell’intervista (anzi mi scuso con la San Francesco Scavi, protagonista incolpevole), che si ritiene lesa da una mia intervista effettuata nella zona interessata e dalla via pubblica.
Si appalesa comunque una certa confusione di ruoli, il solito mutismo delle istituzioni comunali, che, esse sole, dovevano riscontrare le mie segnalazioni e dare seguito a quelle dei cittadini, oltre ad un inopportuno sdegno, contornato da velate intimidazioni, da parte di soggetti a me sconosciuti.
Le funzioni dei consiglieri comunali comunque non si fermano prima del ponte dell’autostrada, e mi scuso se ho offeso la suscettibilità di qualcuno, ma ciò che mi interessa è che il mio intervento serva a sottoporre ulteriormente la questione di questa zona tanto trascurata della nostra città da tutti i punti di vista all’attenzione di chi dovrebbe vigilare ed intervenire a tutela dei cittadini».
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