Buoni spesa, Fratelli d’Italia: «Basta annunci, sono solo briciole»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I buoni spesa sono una misura sufficiente? Secondo il gruppo consiliare sambenedettese di Fratelli d’Italia, si tratterebbe di un gettito esiguo.
La posizione. «Ci schieriamo contro le briciole stanziate dall’attuale governo contro l’emergenza sociale in atto – dice l’intero gruppo comunale – che con le ultime ordinanze ha distribuito ai ccomuni appena 400 milioni di euro per garantire l’accesso agli alimentari ed ai beni di primissima alle fasce deboli della popolazione».
Gli aventi diritto. «La cifra stanziata appare assolutamente insufficiente. Si consideri che l’aiuto promesso va garantito non solo ai milioni di famiglie che già prima dell’emergenza sanitaria vivevano in condizioni di povertà relativa o assoluta. Va assicurato anche a tutte le altre famiglie di commercianti, lavoratori precari o autonomi, artigiani, dipendenti di aziende attualmente chiuse. Realtà che moltiplicano i numeri delle persone in difficoltà raggiungendo e superando la spaventosa cifra di almeno 10 milioni di Italiani. Di conseguenza, ad ogni Italiano oggi in difficoltà, vengono assegnati 40 euro o poco più».
Il carico dei comuni. «Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia le risorse stanziate sono assolutamente scarse. Tanto esigue che al comune di San Benedetto sono stati assegnati circa 296 mila euro. Con esse si mira ad uno scaricabarile da parte dell’attuale governo nei confronti dei comuni che si vedranno aggravare il carico delle attività amministrative e burocratiche. E per di più in un momento già assolutamente critico e con modalità che rischiano di essere persino umilianti».
La cifra da stanziare. «Di fronte alla spaventosa emergenza sociale in atto la distribuzione di buoni spesa o pacchi alimentari rappresenta una risposta macchinosa ed insufficiente. L’attuale governo avrebbe dovuto stanziare una cifra almeno tripla di quella annunciata. Il governo avrebbe dovuto prevedere – come per il contributo straordinario dei 600 euro per i lavoratori autonomi privati del proprio reddito dalla quarantena – una procedura di accredito diretto sui conti dei soggetti destinatari previa semplice domanda da presentare all’Inps. In tal modo le somme sarebbero state immediatamente a disposizione dei beneficiari senza inutili ed ulteriori pastoie burocratiche».
Il fondo di solidarietà. «E va detta la verità anche sul fondo di 4,3 miliardi girato ‘subito’ da Conte ai comuni. Si tratta in realtà di una somma già esistente in bilancio. Una somma che lo scorso anno venne accreditata nelle stesse modalità e negli stessi tempi ai comuni stessi. Una risorsa con la quale i comuni già affrontano la “normale” marginalità sociale.
Basta annunci quindi, la crisi apocalittica che stiamo vivendo ha bisogno di nuove risorse e di numeri imponenti, non si combatte con piccoli interventi e timide anticipazioni».
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