Buoni spesa dopo Pasqua, Falco e Curzi: «Il comune ha toccato il fondo»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Buoni spesa. Rosaria Falco e Marco Curzi fanno eco all’accorato appello di Don Francesco Ciabattoni. Il parroco ha chiesto una distribuzione immediata del contributo per i bisognosi.

Buoni spesa dopo Pasqua. «Questa amministrazione comunale ha davvero toccato il fondo:. Sembra che tante famiglie di San Benedetto del Tronto non avranno possibilità di portare in tavola un pasto dignitoso per la Santa Pasqua. Questo, per le troppe domande da vagliare. I fondi stanziati dallo Stato invece vanno distribuiti il prima possibile, a costo di far lavorare gli uffici notte e giorno. Servono a dare modo ai cittadini bisognosi di fare la spesa senza sentirsi umiliati. Per far trascorrere loro una Pasqua il più possibile serena. Ed invece tanti di loro ieri sono stati mandati via dal comune. Devono attendere la prossima settimana per mangiare?»

Le difficoltà in comune. «Ci provi il sindaco ad aspettare. Quando ci sono le elezioni c’è gente che lavora tutta la notte. A noi sembra che anche e soprattutto in questa occasione il sindaco dovrebbe avere come priorità quella di sfamare cittadini che non lavorano. I cittadini che non guadagnano da più di un mese. Se la scusante per il ritardo sono le 2200 domande pervenute in Comune, da vagliare e verificare, la motivazione è invece sempre la stessa. E cioè l’assoluta, totale, disastrosa incapacità di portare a compimento in tempi decenti un’operazione che dovrebbe tendere a salvaguardare la dignità e serenità di tanti padri e madri di famiglia o di persone sole».

Il coinvolgimento di tutti. «All’incontro di finto confronto in comune è seguita come sempre una delega totale di competenza agli uffici comunali. Occorreva invece un vero preliminare scambio con tutto il consiglio, attivando magari gli oggi imprescindibili canali telematici. E occorreva la determinazione di garantire alle famiglie messe in ginocchio dall’emergenza, un po’ di tranquillità. Almeno per queste feste pasquali. Bastava studiare qualche ora in più. Bastava cercare l’apporto di tutti, compresi gli enti del terzo settore, mai convocati né consultati se non, alcuni, solo per compilare e raccogliere le domande».

I criteri per ricevere i buoni spesa. «Questa amministrazione non è stata in grado neanche di copiare i bandi in circolazione. Sono stati apposti requisiti talmente ampi ed imprecisi da interessare potenzialmente una gran parte delle famiglie della città. Come preannunciato, era prevedibile che il numero della platea ammessa in graduatoria fosse talmente ampio da esaurire e rendere insufficiente la somma stanziata dal governo, affatto trascurabile. In questo modo si sono ingenerate false aspettative. Di conseguenza, anche molto scontento negli esclusi dal contributo. I criteri dovevano essere più centrati e stringenti. Dovevano aiutare le famiglie che davvero, a causa dell’emergenza ed in ragione del numero dei componenti del nucleo familiare, avrebbero avuto il diritto ad essere tempestivamente sostenute ora e subito. Non dopo Pasqua».

Gli amministratori comunali. «Inetti pure nello scopiazzare a dovere un bando. Capaci soltanto di delegare ai servizi comunali le responsabilità di scelte che, prima che politiche, dovrebbero costituire imperativi morali ed umani. Privi del benché minimo indirizzo se non una illogica e arbitraria distribuzione indiscriminata di soldi pubblici a scopi elettorali e fidelizzanti. Ottenendo peraltro di ingenerare aspettative disattese e malcontento».

Il ringraziamento. «Ringraziamo con immensa stima Don Francesco per la sua strenua ed accorata difesa dei più deboli. Così come ringraziamo tutti i parroci del territorio con la loro opera incessante di solidarietà. E ancora. Il nostro grazie va a tutte le associazioni che vanno avanti pur se ignorate da questa politica. Al nostro Don Gianni con la sua Caritas diocesana. A tutti i volontari che tra tante carenze e difficoltà, spesso senza alcun supporto dalle istituzioni, riescono ogni giorno ad alleviare il disagio e la disperazione di tante famiglie. Il vero sostegno, esempio e punto di riferimento in questa epoca triste e nel futuro che ci attende pieno di incertezze. A coloro che hanno criticato lo sfogo di Don Francesco diciamo che forse prima di giudicare dovremmo pensare che potrebbe toccare a tutti noi».

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