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Biodigestore di Force, mozione in Regione. Antonini (Lega): “Stop alla procedura e ascolto dei sindaci”
La questione del biodigestore in località San Salvatore a Force (Ap) vede un nuovo ed importante passo. Oggi, in occasione del Consiglio regionale, verrà depositata una mozione della Maggioranza che vede come primo firmatario il Consigliere della Lega Andrea Maria Antonini.
Il documento, con oggetto l’autorizzazione della “realizzazione ed esercizio di un impianto di produzione di biometano e ammendante di qualità da Forsu” è sottoscritto da altri Consiglieri della maggioranza come Andrea Putzu, Jessica Marcozzi, Giacomo Rossi, Andrea Assenti e Marco Marinangeli.
“Noi ci muoviamo a tutela del territorio, ma è una questione che deve risolvere l’Ata – spiega Antonini -, tuttavia non prima di aver coinvolto gli amministratori locali il cui ascolto è fondamentale. Eppure la Provincia non l’ha fatto. Basti vedere il malumore dei comuni della Valdaso”.
Nella mozione, infatti, i firmatari spiegano come la Regione dia un parere meramente tecnico, mentre il via definitivo tramite il Paur (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) spetta a Palazzo San Filippo. “Devono però sentire i sindaci, per questo – prosegue l’esponente della Lega – chiediamo di soprassedere a questa chiusura”.
Tra le altre richieste dell’atto da parte dei Consiglieri c’è anche una strategia per il contenimento dei rifiuti del Piceno: “Occorre una pianificazione che la Provincia deve attuare mediante l’adozione del Piano di Ambito di Gestione rifiuti – prosegue Antonini -, che preveda, allo scopo di una loro riduzione, anche la realizzazione dell’autocompostaggio mediante una adeguata politica di sensibilizzazione. Inoltre, occorre una calibratura idoneo delle tonnellate da ospitare, misurato sul reale del fabbisogno annuale del territorio”.
“Risulta necessario – prosegue la mozione – per la regione Marche, ed in particolare per le due Province di Ascoli Piceno e Fermo, dotarsi di impianti che trattino la Forsu valorizzandola ad esempio producendo biometano. In questo modo si minimizzano gli impatti odorigeni (rispetto a quanto avveniva con gli impianti di compostaggio) e si riducono le emissioni in atmosfera (immettendo direttamente nella rete gas il biogas prodotto senza bruciarlo in generatori per produrre energia elettrica ed immetterla nella rete elettrica)”.
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