Bando “Ricerca e sviluppo per innovare le Marche”: presentati 254 progetti che coinvolgono 433 imprese per 190 milioni di investimenti.

Favorire il trasferimento dell’innovazione nei processi produttivi. Era l’obiettivo di un bando regionale, chiuso il 16 ottobre scorso, che ha visto la presentazione di 254 progetti da parte di 433 imprese: 368 marchigiane, 65 provenienti da altre regioni per operare nelle Marche. A fronte di 45 milioni di euro stanziati con i fondi europei Fesr 21-27, i contributi richiesti ammontano a 110 milioni, per 190 milioni di investimenti proposti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale. I 254 interventi sono stati inviati da 180 imprese singole (alle quali il bando riserva 10 milioni) e 74 da filiere di aziende aggregate (che possono contare su 35 milioni di euro di contributi). Gli uffici regionali stanno già svolgendo l’istruttoria delle domande pervenute, per approvare le graduatorie nei tempi previsti dal bando, coadiuvati da un Comitato di esperti che valuterà i progetti presentati. “È il bando con le maggiori risorse per le imprese emanato dalla Regione Marche – sottolinea l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Maria Antonini – All’inizio sembrava una scommessa stanziare tanti fondi con un unico provvedimento. Invece l’importo previsto è stato ampiamente superato dalle richieste pervenute”. Secondo l’assessore è “un risultato che evidenzia la capacità del mondo produttivo marchigiano di lavorare su progettualità innovative, per vendere prodotti in grado di competere sui mercati internazionali. Ma si tratta anche di un risultato fortemente voluto dall’amministrazione regionale che ha cercato di assicurare il più ampio accesso alle agevolazioni, tramite incontri informativi, che si sono svolti in tutte le province, e tramite l’inserimento di semplificazioni applicate alle modalità di rendicontazione, ai sensi dei regolamenti comunitari”.

Non a caso 47 imprese sulle 180 che hanno presentato singolarmente i progetti e 15 aderenti alle aggregazioni, hanno optato per la rendicontazione semplificata. Altro dato rilevante viene dall’adesione delle 65 aziende extra regionali: “Il bando si è rivelato un formidabile attrattore di investimenti verso la nostra regione”, evidenzia Antonini che spiega come quelli proposti “coinvolgono l’intero ecosistema regionale dell’innovazione, prevedendo importanti collaborazioni tra imprese (anche di piccole dimensioni), università, centri di ricerca, start-up innovative e Digital Innovation Hub”. I contributi che verranno concessi oscillano tra il 35 e il 75 per cento del costo dei progetti, a seconda della forma di partecipazione (singola o aggregata), dimensione aziendale e tipologia di attività (ricerca industriale o sviluppo sperimentale). Saranno inoltre incentivate le imprese che assumono nuovo personale qualificato e introducono iniziative per migliorare il welfare aziendale e il benessere dei lavoratori.

In particolare, ben 134 imprese intendono attivarsi su questo fronte: “Tema particolarmente sentito dalla Giunta regionale, che, lo scorso 25 luglio, ha sottoscritto un importante protocollo d’intesa con le parti economiche sociali”, ricorda Antonini. Le iniziative previste di welfare e benessere per i lavoratori sono volte ad agevolare la flessibilità dell’orario di lavoro (smart working, telelavoro, part-time orizzontale), sostenere il reddito del dipendente (benefit quali buoni pasto o buoni carburante, rimborsi per mobilità sostenibile, facilitazioni per assicurazioni previdenziali integrative), aiutare la  famiglia (asili aziendali, servizi educativi, servizi di nursery e babysitting, congedi aggiuntivi), servizi per favorire la formazione del personale (corsi formativi, percorsi e-learning), per migliorare la salute e agevolare il tempo libero (rimborso visite specialistiche, mensa e palestra aziendale, convenzioni con centri benessere e altre iniziative ricreative).

“I progetti industriali finanziati dalla Regione – ha spiegato Stefania Bussoletti (direttore dipartimento Sviluppo economico) – rientrano nell’ambito della strategia di specializzazione intelligente che contraddistingue il “saper fare” delle Marche e, in particolare: 33 sul sistema casa, arredo e ambienti di vita; 35 sul sistema moda e persona; 90 sulla meccanica ed engineering; 16 sul sistema agroalimentare; 22 relativi a prodotti e servizi per la cultura e l’educazione; 29 sulla salute e altri 29 sull’economia dei servizi. Le 433 imprese che hanno fatto domanda segnalano una provenienza diffusa sul territorio: 97 dalla provincia di Ancona, 81 da Macerata, 89 da Pesaro e Urbino, 58 da Ascoli Piceno, 43 dal Fermano (le restanti 65 sono extraregionali e intendono operare nelle Marche). Sul fronte della dimensione aziendale, 280 sono piccole imprese (di cui 39 start-up), 104 medie imprese e 49 rientrano tra le grandi imprese. La Regione Marche si è anche contraddistinta, rispetto alle altre regioni italiane, per la velocità di uscita del bando e per la dotazione dedicata: è stato pubblicato solo dopo quelli dell’Emilia Romagna (25 milioni), della Lombardia (27 milioni) e del Lazio (71 milioni, dotazione che include sia progetti di ricerca che di innovazione). Altre due regioni hanno pubblicato il bando sulla ricerca nei mesi di settembre e novembre 2023: Piemonte (80 milioni, dotazione che include sia progetti di ricerca che di innovazione) e Umbria (5 milioni). “Ci stiamo muovendo su tutto il sistema dei bandi e dei finanziamenti Por Fesr come una grande regione – ha concluso Antonini – In questo momento non c’è alcuna differenza tra le Marche e altre realtà nazionali di riferimento”.

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