Ballarin, stop ordinanza: capannoni intoccabili
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I capannoni del Carnevale allo stadio Ballarin non possono essere smantellati d’imperio, perché al loro interno ci sono i carri allegorici e le attrezzature di proprietà privata. Sembra questo il motivo per il quale l’amministrazione comunale non ha predisposto l’ordinanza di rimozione dei pericolosi hangar. Al posto dello sgombero il Comune ha proceduto con la recinzione (foto), mettendo in sicurezza l’area (LEGGI QUI).
Bisogna tornare agli anni Novanta per cercare di fare luce sulla complessa vicenda. I sei capannoni furono realizzati tra il 1992 e il 1994 dall’Associazione Amici del Carnevale Sambenedettese, che assegnò le strutture ai carristi. Gli hangar diventarono dei laboratori in cui vennero creati e custoditi i carri. Insomma, tutto quello che ora si trova dentro ai fatiscenti capannoni è di proprietà dei carristi: chi si assume la responsabilità di entrara in “casa” d’altri per rimuovere gli elementi pericolosi?
Tra l’altro, i capannoni sono stati assegnati ai soci degli Amici del Carnevale da più di 20 anni. Si sa che dopo 20 anni in cui si occupa una superficie o un immobile, senza che il legittimo proprietario ne rivendichi la paternità, può scattare il così detto “uso capione”, che però è di difficile applicazione quando si tratta di un terreno pubblico, come quello in cui insistono gli hangar. Uno degli assegnatari dei capannoni, Mariano Vesperini, si è rivolto ad un legale per rivendicare il diritto all'”uso capione”, ovvero di diventare proprietario del terreno. Lo smantellamento delle strutture a questo punto è più di un rebus, è un groviglio nel quale trovare il bandolo è come cercare il classico ago nel pagliaio.
Per consentire al Comune di rimuovere i capannoni, gli assegnatari dovrebbero liberarli dai carri e le attrezzature. Ma gli ingombri occupano spazio ed è improbabile che i carristi abbiano location disponibili per spostarci il contenuto degli hangar. Proprio per questo motivo il presidente degli Amici del Carnevale, Alberto Malavolta, ha messo a disposizione dei soci assegnatari un’area di sua proprietà, nel quartiere Agraria, da utilizzare come deposito per i carri. Ma la proposta è caduta nel vuoto.
Non resta che attendere giovedì 15 marzo, quando l’argomento verrà affrontato durante i lavori della commissione congiunta lavori pubblici e bilancio (LEGGI QUI), dove dovrebbe essere dipanata la matassa.
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