Avis, un San Valentino nel segno della donazione

San Valentino nel segno della donazione e all’insegna di un imperativo che rende esplicito l’intento dell’Avis ovvero “Ama chi ti ama e rispondi a chi ti chiama”.

Nel giorno in cui si parla d’amore, non si possono non ringraziare tutti quei donatori che, quotidianamente, si recano a donare, combattono e superano la ritrosia dell’ago, donano il loro tempo e si mettono a disposizione di un’azione di grande importanza senza chiedere niente in cambio. E, in un mondo perennemente sotto in riflettori, si muovono in maniera anonima.

Durante la pandemia i donatori non hanno fatto mai mancare il loro sostegno, continuando a compiere un gesto che può essere assolutamente definito d’amore. Dunque l’Avis coglie l’occasione di chiedere un ulteriore sforzo ai suoi associati, cioè quello di rispondere sempre alla convocazione mediante l’effettiva partecipazione o comunicando l’eventuale impossibilità di potersi recare a donare prenotando in un’altro giorno.

L’esigenza di convocare un numero ridotto di donatori  e ad un orario preciso, allo scopo di garantire un adeguato clima di sicurezza, ha portato negli ultimi mesi a una diminuzione delle donazioni. Ora, per tornare al livello dei numeri del passato c’è bisogno di un impegno collettivo maggiore.

E per sottolineare la forza dell’amore come sinonimo  di coraggio di donarsi agli altri, ecco che il 14 febbraio un simile messaggio sarà rappresentato dall’aiuola dell’Avis, voluta fortemente dal nuovo consiglio per incarnare la voglia di migliorare la salute dei nostri malati come quello della nostra città.

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