Aumentano le denunce di infortunio causate dal Covid
Nella Regione Marche le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 giunte all’Inail (periodo gennaio 2020 – febbraio 2022) sono state 5.216 (+351 sul mese precedente in v.a). Il 70.2% sono donne e il restante uomini.
Nella Provincia di Ascoli, nel mese di febbraio, ci sono stati 369 casi (+21 casi sul mese precedente in v.a) pari al 7,1% di incidenza sul totale con una variazione percentuale del 6% rispetto alla variazione precedente. Anche qui il 70% sono infortuni di donne.
Nel mese di gennaio la rilevazione mostrava 348 casi. Nel Bimestre non c’è stato alcun deceduto. Nella provincia picena il:
- 5,7% sono infortuni nella Classe di età fino a 34 anni;
- 7,2% in quella da 35 a 49 anni;
- 7,4% nella classe da 50 a 64 anni;
- Infine il 7,4% è in quella oltre i 64 anni.
Nella Regione l’aumento ha riguardato tutte le province, ma maggiormente, in termini relativi, quelle di Macerata (21,8% dei casi ovvero 1.135) e Ancona (36.9% ovvero 1.926).
Si ricorda che il 2021 è stato caratterizzato da un andamento decrescente, mentre assistiamo, oggi, ad una ripresa del fenomeno.
Circa le professioni: gli infortuni denunciati riguardano i tecnici della salute (l’85% sono infermieri); poi gli addetti ai servizi sanitari e sociali, gli impiegati di segreteria (per il 93% sono impiegati e assistenti amministrativi); impiegati addetti al controllo di documenti, smistamento e recapito della posta (81% postini e portalettere); gli addetti ai servizi personali (2/3 sono operatori socioassistenziali, il 10% badanti e il 7% assistenti domiciliari); nei servizi di istruzione e sanitari, non qualificati, il 43% è ausiliario ospedaliero, il 19% portantino, il 18% bidello, il 12% inserviente in RSA e il 7% inserviente in ospedale.
Infine le attività economiche coinvolte: la gestione Industria e servizi registra il 96,3% delle denunce, seguono la gestione per Conto dello Stato (2,7%), l’Agricoltura (0,3%).
“Con l’incremento di nuovi casi di persone positive al Covid stanno aumentano anche i contagi soprattutto per i lavoratori del comparto sanitario.L’INAIL dall’inizio della pandemia ha svolto, e continua a svolgere, un’intensa attività di tutela individuale per garantire i colpiti. Certamente le modalità di gestione e riconoscimento degli infortuni Covid, presentano ancora alcune problematiche, spesso legate ad iter burocratico, ma l’Istituto vuole in ogni modo garantire diritti e tutele dei lavoratori” dice Guido Bianchini, presidente provinciale Inail.
“Si ricorda che, come chiarito dall’Inail nella circolare n. 13/2020, è prevista la presunzione semplice di infortunio nel caso di contagio da Covid per tante categorie di lavoratori: operatori sanitari, lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non sanitario operante all’interno delle strutture sanitarie con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi”
“I numeri di infortuni Covid sono quelli ufficiali, ma potrebbero esserci casi sommersi a causa di certificati inviati all’INPS che hanno comportato la gestione dell’assenza dal lavoro come casi di malattia e non come infortunio sul lavoro.La tutela dell’Inail per chi subisce l’infortunio è molto importante perché, a differenza della malattia, l’assenza dal lavoro non rientra nel periodo di comporto. Inoltre nel caso di postumi permanenti derivanti da contagio Covid, che possono sorgere anche a distanza di anni dalla guarigione, l’Inail può erogare un indennizzo in conto capitale per danno biologico e nei casi più gravi anche una rendita mensile”.
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