Anche ad Ascoli è in partenza il progetto “Agape”
ASCOLI PICENO – Anche ad Ascoli è in partenza “Agape” (acronimo di Azioni Generative di Accoglienza per Progetti Educativi), progetto nazionale finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cui partecipano scuole di ogni ordine e grado di 12 Regioni italiane tra cui anche le Marche. L’obiettivo di Agape è quello di prevenire il fenomeno della violenza di genere e dell’esclusione sociale in ambito scolastico degli studenti e per la tutela e il sostegno degli alunni che vivono queste problematiche. Sono coinvolti l’IIS “Mazzocchi-Umberto I”, l’Isc “Ascoli centro”, l’Isc “Don Giussani” e l’Isc “Lorenzo Lotto” di Monte San Giusto. Ogni scuola partecipante vedrà coinvolti circa 20 studenti.
Il dirigente dell’IIs “Mazzocchi- Umberto I” Nazario D’Amato parla di « Progetto partito un anno fa con tante scuole che hanno aderito. Si tratta di un lavoro biennale e siamo operativi da adesso. Il “Mazzocchi- Umberto I” è capofila regionale di un iniziativa partita dalla Sicilia e abbiamo coinvolto gli studenti fino al 3 superiore». Le docenti Manuela Marzi e Carol Carosi del “Mazzocchi-Umberto I” spiegano che « Tutto si basa sulla peer education, e nelle classi scelte, i ragazzi diventeranno docenti per i compagni. Ci saranno attività di tipo laboratoriale e di teatro sociale che svilupperanno le life skills per imparare a rispettare gli altri. Tutta le rete educante viene coinvolta proprio perché alla base del processo ci siano tutte le parti in causa» mentre la dirigente dell’Isc Centro Valentina Bellini aggiunge di « Credere molto nella peer education, che è l’esatto opposto del bullismo: è senso del collettivo e della responsabilità. L’ambizione è quella che queste pratiche diventino acquisizione di strumenti utili anche per la didattica». « Faremo esperienze di Circle time e di apprendimento cooperativo. Dobbiamo generare una volontà di apprendere che deve coinvolgere anche gli insegnanti . Sarebbe bello se riuscissimo a coinvolgere i genitori» conclude Roberto Paoletti della “Casa di Asterione”.
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