Allarme di Coldiretti Marche: “Volano i costi per i mangimi, la razza Marchigiana rischia il crollo”

“Il settore delle carni bovine ha bisogno di sostegno altrimenti si rischia di perdere un patrimonio zootecnico importante per l’economia regionale e presidi che garantiscono cura e controllo delle aree interne e montane”. Coldiretti Marche lancia l’allarme sulla situazione degli allevamenti bovini vessati dalla crisi energetica e dai conseguenti rincari che pesano, secondo uno studio Ismea, fino a 99mila euro in più all’anno. Nella nostra regione si contano circa 2.800 allevamenti bovini con oltre 37mila capi destinati al settore delle carni fresche e si calcola che ogni capo ingrassato costi all’allevatore circa 500 euro in più all’anno e così il settore, secondo i dati dell’Anagrafe zootecnica nazionale, ha perso dalla fine della pandemia a oggi più del 10% della consistenza. Tutto ciò ha riflessi anche fuori regione se pensiamo alla razza Marchigiana che, oltre a essere un Sigillo di Campagna Amica, rappresenta oltre il 46% dei capi allevati nell’ambito della produzione Igp della carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale di cui fanno parte anche Chianina e Romagnola. Parliamo di 51,3 milioni di valore nazionale, oltre 8 nelle sole Marche.

“Abbiamo chiesto alla Regione Marche – spiegano da Coldiretti – un sostegno al settore per garantire la continuità operativa. È opportuno continuare a sostenere la ripresa e lo sviluppo del tessuto produttivo agricolo, per dare una risposta alla situazione di crisi che si è riversata a cascata sul prezzo finale della carne bovina diminuendo fortemente il potere d’acquisto dei consumatori”. La zootecnia italiana è alla prese con rincari energetici che arrivano fino al 60%, aumenti dei costi che riguardano anche i mangimi (fino al +95%) al gasolio (+110%) e addirittura al +500% delle bollette per l’elettricità necessaria ad alimentare anche i sistemi di mungitura e conservazione del latte, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. “Chiediamo di destinare i sostegni a coloro che adottano metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e del clima, con particolare riferimento al benessere animale” concludono da Coldiretti.

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