“Un mese fa, dicevamo che si andava in zona arancione, avevamo un trend di ricoveri giornalieri sostenuto; oggi abbiamo visto che il trend si è invertito e siamo arrivati arancione un mese e mezzo dopo”.A ribadire una discrepanza tra la situazione reale e le misure adottate, con le Marche in zona arancione da ieri, è il presidente della Regione Francesco Acquaroli.
La situazione “dovrebbe determinare un cambio di tendenza – lamenta – in cui non si deve dare il messaggio che è tutto finito, un sciogliete le righe, ma un messaggio positivo alla cittadinanza. Il ‘lockdown’ che si sta determinando, rischia di avere conseguenze economiche importantissime”.
Acquaroli ieri ha scritto una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, affinché convochi una Conferenza delle Regioni “: è giusto affrontare subito questi temi che possono avere delle ripercussioni enormi”; auspica che venga dato alla popolazione “un messaggio adeguato alla fase che viviamo: a tutela di chiarezza e trasparenza della comunicazione è importante trasmettere la situazione reale. Quello che si è discusso in Conferenza delle regioni due settimane fa non era una proposta basata su una visione particolare ma sulla tenuta delle strutture ospedaliere”.
Nelle Marche è sotto gli occhi di tutti, rimarca Acquaroli, che la curva pandemica ha raggiunto nelle positività e negli accessi ospedalieri una fortissima riduzione: se prima gli accessi erano 7-8 al giorno oggi siamo 2-3-4. Questa fase della pandemia determina altri aspetti che nelle precedenti non erano così rilevanti: i positivi senza sintomi ricoverati per altre patologie sono percentualmente un numero importante che incide sul totale di ricoverati negli ospedali e che rischia di determinare il passaggio da zona gialla a arancione”.
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