Accessibilità ai disabili in montagna, “Monte Vector” lancia una raccolta fondi
ARQUATA DEL TRONTO – «Restituire la bellezza e mandare un messaggio di inclusività». A parlare è Stefano Cappelli, fornaio prima del sisma, rifugista dopo. Il terremoto, lo sappiamo, non ha cambiato solamente l’impatto architettonico della zona del cratere, ha contribuito, in maniera significativa, a desertificare le montagne. Di fatto, è stato un accelerante. Un processo in atto da anni, ben prima del sisma. In questo spaccato sociale, si erge “Monte Vector“, una realtà no profit che cerca di rendere accessibile, «difendendo il diritto di abitare quelle zone», la montagna anche a chi, “sulla carta”, sarebbe il più svantaggiato. Nasce così l’idea di un “Appennino inclusivo”.
Nel concreto: una raccolta fondi per costruire delle strutture di accoglienza accessibili e una rampa per i disabili. Il tutto avviene nella Giornata Internazionale della Disabilità.
«Io ero il fornaio – dice Stefano – del paese, poi il sisma mi ha distrutto il luogo dove lavoravo, perdendo anche il lievito madre, tramandato nella mia famiglia di padre in figlio. Avevo una certificazione da guida, questo mi ha dato l’idea di diventare un rifugista».
Il sisma gli toglie tutto, ma trova l’amore. Tra le tende e qualche scatto – la passione per le foto li accomuna – incontra Elena Pascolini.
Insieme si buttano in questa avventura, trovando un casolare sulla strada per Forca di Presta, diventano dei rifugisti.
«Abbiamo sempre voluto restituire alla comunità la possibilità di fruire della bellezza. L’inclusività è sempre stato un nostro pallino. Il sisma ci aveva tolto, volevamo “gridare” la necessità di abitare quei luoghi. Iniziano ad esserci i primi passi. Abbiamo realizzato – grazie alla Fondazione Carisap ed al Comitato Sisma Centro Italia – un modulo esterno per il bagno, accessibile anche per i disabili. Da sempre abbiamo cercato di essere un punto di riferimento per i bivacchi esterni. Da subito siamo stati vicini alla comunità locale, diventando, gratuitamente, un punto di ritrovo e sostegno per i prodotti locali. Se vogliamo tenere desta la speranza di futuro per queste terre, non abbiamo altra via.
Ora arriva un passaggio in più. Abbiamo sposato “Alleva la Speranza +”, una campagna di crowfounding che vede tra i promotori l’Enel, Legambiente, Fondazione “Symbola”, FederTrek, Turismo Verde e HostIT. La campagna servirà per finanziare principalmente una pedana per disabili, in modo da render possibile l’accesso a quei luoghi anche per loro. Ma abbiamo intenzione di realizzare anche una segnaletica ad hoc, ovvero in lingua braille».
Nel link della campagna, nell’ultima parte, si leggono maggiori dettagli del progetto. Li riportiamo
«Molte persone disabili sono venute a trascorrere una giornata con noi ma il nostro obiettivo è consentirgli di vivere una vera vacanza in montagna. Con il contributo di “Alleva la speranza +” vorremmo acquistare delle strutture mobili ad ampia accessibilità come yurte o le innovative cupole geodetiche completamente senza barriere. Vorremmo poi realizzare la rampa, con delle scritte in braille che raccontano la bellezza dei nostri monti, per collegare le diverse strutture con i servizi igienici. Nella progettazione anche amici disabili e con associazioni locali abbiamo capito come realizzare i presidi per gli ipovedenti. Il traguardo è quello di dare autonomia, benessere e libertà a persone a cui è negato il diritto a vivere la natura».
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