Aborto, Pd e Italia Viva contro l’assessore Latini: “Contrari alla sua posizione”

Il centrosinistra replica alle dichiarazioni dell’assessore regionale Giorgia Latini che si è dichiarata  contraria all’aborto e con intenzione di porre all’ordine del giorno della Giunta regionale delle Marche questa battaglia.

“Il Partito Democratico di Ascoli  ricorda all’Assessora Latini, l’importanza della salute, della libertà dell’autodeterminazione delle donne. I diritti delle donne non sono un gioco, ma segnano i valori di una società civile e democratica. La violenza sulle donne, di cui si parla tanto per i dati terribili con cui fare quotidianamente i conti, si estrinseca anche nel cercare sistematicamente di minarne diritti, libertà e possibilità di scelta” dicono i democratici.

“La legge 194 vuole tutelare la salute delle donne contrastando l’aborto clandestino – e i suoi effetti spesso mortali – pratica figlia di un oscurantismo culturale che proprio l’assessore Latini, in quanto titolare di questa delega, dovrebbe combattere in prima persona.La Legge 194, inoltre, sancì la riappropriazione del ruolo di madre come scelta consapevole e responsabile, piuttosto che come destino ineluttabile perché la maternità deve essere una scelta e come tale essere trattata.Per questo consigliamo all’Assessore Latini di rivedere le sue priorità, soprattutto in un momento così delicato e complesso per l’intero pianeta quando, nell’interesse generale, sarebbe opportuno e civile evitare proposte demagogiche” dicono i democratici.

“Comprendo e rispetto le convinzioni soggettive di una donna e di una madre che intende non avvalersi di tale possibilità e che osservi precetti o regole che attengono alla sfera personale o religiosa ma che, tuttavia, non possono prevaricare lo spirito laico che deve ispirare il legislatore quando investe i diritti e i doveri del cittadino” dice Maria Stella Origlia, segretario provinciale di Italia Viva.

“Invito caldamente l’assessora Latini che è donna e madre e che riveste un ruolo assolutamente fondamentale all’interno di una Maggioranza politica, soprattutto per la delega di cui è titolare, a riconsiderare le proprie convinzioni in merito alla volontà di voler intervenire su una norma che priverebbe tante donne di una libertà di scelta che è tutelata per legge e che, qualora fosse loro negata, toglierebbe alle stesse un sostanziale diritto acquisito e alla comunità tutta un significativo risultato di parità culturale” conclude Origlia.

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