A rischio la produzione di grano duro. Cia provinciale “A rischio la prossima stagione di semine”
A rischio la produzione agricola di grano duro, materia prima per un prodotto di eccellenza del Made in Italy come la pasta». E’ il monito lanciato dalla Cia Agricoltori provinciale che sottolinea come «il prezzo continua a sprofondare, con un crollo delle quotazioni che si aggira sui 380 euro a tonnellata, mentre nello stesso periodo del 2022 era di 550 euro». Ed ecco che i margini per le aziende agricole sono così troppo esigui ed è a rischio la prossima stagione di semine. A riguardo la Cia segnala che stanno, invece, aumentando i prezzi dei prodotti trasformati all’interno della filiera e le esportazioni sono cresciute al ritmo del +5% nel 2022, per un valore totale di 3,7 miliardi.
«E’ necessario – proseguono dalla Cia agricoltori provinciale – mettere in campo quelle azioni strutturali di cui si parla da anni per riequilibrare la catena del valore, che è oggi troppo penalizzante per gli agricoltori». La Cia agricoltori pone l’attenzione sulla valorizzazione dell’origine del prodotto e chiede maggiori risorse da investire sui contratti di filiera che favoriscano le produzioni domestiche, incentivando la coltivazione del grano duro Made in Italy. Per una strategia di medio, lungo periodo Cia ritiene, inoltre, necessari forti investimenti in ricerca per aumentare le rese e favorire produzioni sempre più sostenibili anche in chiave ambientale. Il rafforzamento della filiera aumenterebbe così gli investimenti dei nostri produttori e ridimensionerebbe il ricorso all’import.
«Bisogna dare una forte spinta propulsiva al comparto e ridurre drasticamente la dipendenza dal prodotto estero – concludono dalla Cia agricoltori – Per implementare l’autosufficienza nazionale e aiutare le aziende a produrre più grano di qualità come richiesto dell’industria molitoria, occorre lavorare sulla trasparenza dei prezzi con il ripristino della CUN (Commissione Unica Nazionale) favorendo il dialogo interprofessionale ed è allo stesso tempo necessaria l’istituzione di Granaio d’Italia e del relativo Registro Telematico dei Cereali, che prevede azioni di contrasto verso i fenomeni speculativi. Si devono, infine, studiare con Ismea nuovi strumenti che certifichino i costi di produzione del grano duro».
Lascia un commento