25 anni di Extravergini: Slow Food Italia celebra i custodi dell’olivicoltura sostenibile e di qualità
Fa il suo esordio odal Teatro Filarmonici di Ascoli Piceno, un’edizione particolarmente significativa della Guida agli Extravergini, a cura di Slow Food Italia: si celebrano infatti i 25 anni dalla prima pubblicazione di uno strumento fondamentale per raccontare storie di olio, territori, produttrici e produttori che rendono l’olivicoltura un elemento identitario e distintivo del patrimonio gastronomico e paesaggistico italiano.
La presentazione, realizzata grazie al sostegno della Regione Marche e del Comune di Ascoli Piceno, si è aperta con i saluti del sindaco Marco Fioravanti: «Orgogliosi di ospitare ad Ascoli, città di indubbie tradizioni enogastronomiche, i 25 anni della Guida agli Extravergini, in un weekend che celebra l’olio extravergine di oliva italiano e lo straordinario lavoro dei nostri produttori. Grazie a Slow Food riconosciamo l’impegno, la passione e la dedizione di chi, quotidianamente, tutela una delle eccellenze più autentiche del nostro territorio, rafforzandone l’identità comunitaria e promuovendo uno stile di vita sano, equilibrato, sostenibile e profondamente legato alla nostra terra».
«L’olio extravergine di oliva rappresenta uno dei simboli più autentici del Made in Italy, frutto di saperi antichi, innovazione sostenibile e rispetto profondo per la terra – ha aggiunto l’Assessore con delega all’Agricoltura del comune di Ascoli Piceno, Francesca Pantaloni -. Valorizzare i prodotti del nostro territorio significa non solo riconoscerne la qualità, ma anche sostenere le filiere locali, le piccole imprese agricole e il paesaggio rurale che definisce la nostra identità. Questo evento è un’occasione preziosa per promuovere una cultura dell’olio che mette al centro la qualità, la tracciabilità e la distintività del nostro patrimonio agroalimentare».
L’Assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini ha evidenziato come «l’olivicoltura delle Marche sia in continuo fermento: l’olio è alimento cardine della dieta mediterranea e simbolo della nostra cultura, sinonimo di benessere e corretti stili di vita. Negli ultimi anni è cresciuta la qualità dei nostri oli e la professionalità degli operatori, anche grazie alla formazione promossa da AMAP e alle iniziative della Regione in collaborazione con associazioni olivicole, Università e assaggiatori. L’oleo-turismo – ha concluso – rappresenta una leva strategica per valorizzare i luoghi, le produzioni e l’identità dei territori, sostenuta anche dai fondi del CSR destinati all’impiantistica olivicola».
«Oggi più che mai dobbiamo ribadire che tutela dell’ambiente e qualità del prodotto non sono percorsi distinti, ma due facce della stessa medaglia: quella della salute, nostra e del pianeta – ha esordito Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia. –. Di fronte a stagioni sempre più imprevedibili, è urgente cambiare modello: serve un’agricoltura integrata con gli ecosistemi locali e meno dipendente dagli input esterni. In quest’ottica, la scelta politica di Slow Food Italia di escludere – come già fatto nella guida Slow Wine 2025 per il diserbo – le aziende che adottano il modello superintensivo è una presa di posizione chiara. Seppur apparentemente produttivo, questo sistema ha un impatto ambientale insostenibile: provoca perdita di biodiversità e riduce la qualità dell’olio. Dobbiamo tutelare i paesaggi agricoli tradizionali, patrimonio identitario di molte regioni, e promuovere pratiche davvero compatibili con il futuro dei nostri territori. Ricordiamo che il 75% delle aziende agricole scomparse negli ultimi vent’anni era concentrato nelle aree interne, che coprono oltre il 50% della superficie agricola nazionale. È qui che si gioca il futuro dell’olio italiano».
«L’annata olearia 2024 ha registrato un calo produttivo del 32% (dati ISMEA), ma anche un diffuso miglioramento qualitativo, come dimostrano le oltre 830 aziende recensite nella nuova Guida, con molti giovani che scelgono pratiche agronomiche biologiche – ha proseguito Francesca Baldereschi, curatrice della Guida -. Una grande adesione che include numerosi nuovi ingressi, evidenziando non solo l’espansione del settore, ma anche la crescente consapevolezza da parte dei produttori, che puntano sulla qualità e sull’innovazione sostenibile. La Guida agli Extravergini non garantisce infatti solo una bussola per orientarsi tra le eccellenze del settore, ma rappresenta un impegno concreto al fianco di questi olivicoltori che, con passione e competenza, salvaguardano il patrimonio olivicolo italiano dando vita a oli extravergine di altissimo livello. È grazie alle loro scelte in campo che si preservano paesaggi e si rigenerano suoli. Questo pomeriggio nel centro di Ascoli si celebra la loro festa, con Laboratori del Gusto e 50 banchi di assaggio che permettono di conoscere e assaporare i frutti di un’agricoltura capace di affrontare le sfide ambientali, economiche e culturali del nostro tempo».
La presentazione nazionale della nuova edizione della Guida è anche l’occasione per attribuire alcuni riconoscimenti speciali, oltre ai già citati premi.
Primo fra tutti, il premio speciale dedicato alla memoria di Diego Soracco, attivo leader di Slow Food sin dalle origini dell’associazione e grande appassionato ed esperto di olio, per lunghi anni curatore della Guida stessa. Da sempre dedicato a coloro che fanno della caparbietà e della resistenza il tratto distintivo della propria produzione olivicola, quest’anno il premio va ad Antonella Titone dell’Azienda Agricola Titone di Locogrande (Tp), che ha rinunciato alla carriera da farmacista per raccogliere l’eredità paterna e guidare l’azienda di famiglia, seguendo con cura la coltivazione – da oltre quarant’anni condotta secondo i dettami del biologico – e gli aspetti produttivi, con un occhio sempre attento all’innovazione, alla tecnologia e all’impatto ambientale.
«Siamo felici di collaborare per il quarto anno con Slow Food alla realizzazione della Guida agli extravergini e all’assegnazione di questo importante premio – spiega Roccandrea Iascone, responsabile comunicazione e relazioni esterne di RICREA -. Con la filiera del pomodoro e delle conserve ittiche, quella dell’olio è altrettanto importante per RICREA dal punto di vista sia dei volumi di imballaggi d’acciaio utilizzati per il confezionamento, sia per il riciclo attraverso la raccolta differenziata. Le latte in acciaio, oltre a garantire una conservazione sicura del prodotto nel tempo, sono amiche dell’ambiente perché riciclabili al 100% e all’infinito. Condividendo in pieno i pilastri del manifesto di Slow Food secondo cui il cibo deve essere Buono Pulito e Giusto, RICREA che con il suo lavoro assicura in Italia il riciclo degli imballaggi d’acciaio come latte per olio, barattoli e scatolette, cerca di dare il suo contributo per costruire un futuro sostenibile ai prodotti alimentari contenuti nei suoi imballaggi».
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